PERSON OF INTEREST - Recensione 4x11 If Then Else





Dopo una pausa davvero lunga, che ci ha tenuti tutti con il fiato sospeso per le vicende dei nostri, è tornata il 6 gennaio “Person of Interest” con un episodio “If-Then-Else”, l’undicesimo di questa stagione, che dimostra a chiare lettere di come gli sceneggiatori della serie e in particolare il suo creatore Jonathan Nolan siano fan di un’altra celebre creatura della Bad Robot, Fringe.
 Ma andiamo con ordine, sempre che ci riusciamo vista la complessità di questa puntata, scritta dallo stesso Nolan e da Denise Thé(Medium, Sarah Connor Chronicles e Cold Case) e diretta da Chris Fisher (Cold Case e Warehouse 13), degna di un cubo di Rubik.

Come tutti ricorderanno “Cold War” si era chiusa con la fuga di Shaw (Sarah Shani) dal rifugio di Harold (Michael Emerson): l’ex agente dei servizi segreti era decisa ad aiutare i nostri con i numeri irrilevanti. Nello stesso momento della sua fuga Samaritan, dopo il lungo dialogo con la Macchina e dopo aver mandato nel panico la città, aveva deciso di sferrare il suo attacco decisivo facendo crollare la borsa di Wall Street, rischiando di far finire sul lastrico milioni di persone. Tutto è orchestrato come una sapiente partita a scacchi i cui giocatori sono Samaritan e la Macchina. Ad una mossa di Samaritan corrisponde una reazione della Macchina, tramite il suo gruppo di accoliti che entrano nel palazzo della Borsa internazionale, intenzionati a  introdursi nei sistemi di controllo, tagliare fuori Samaritan, e impedire il crollo dell’economia mondiale.  


Mentre Sameen riesce a salvare un uomo, Finch, Reese (Jim Caviezel), Fusco (Kevin Chapman) e Root (Amy Acker) riescono a fare irruzione causando la reazione di Greer (John Nolan) e i suoi. Costretti a rifugiarsi in un bar, si appellano alla Macchina nella speranza che possa calcolare la migliore opzione per salvarli tutti e per la riuscita del loro piano.
E qui arriva il difficile per loro e per noi che dobbiamo spiegare cosa sia successo. Ci verrebbe da dire che Nolan e la Thé si fanno di roba davvero buona, ma forse non è il caso.
Infatti da questo momento in poi non solo iniziano dei flashback davvero intriganti in cui Harold insegna alla Macchina come giocare a scacchi, cosa che si ricollega non poco con quello che sta avvenendo, ma in più assisteremo a tutte le simulazioni delle opzioni possibili per la riuscita del piano, con il risultato che ad un certo punto sarà difficile riuscire a capire se quello che vediamo sia reale o meno, insomma siamo anche dalle parti di Existenz di David Cronenberg (un altro che deve prendere della roba davvero buona).


E perché parlavamo di Fringe? Perché durante i suoi insegnamenti Harold cita a chiare lettere il discorso di Walter Bishop in “Road Not Taken”, diciannovesimo episodio della prima stagione di Fringe. Ogni scelta che compiamo conduce a una nuova strada, una nuova realtà. Si creano letteralmente nuovi universi ad ogni opzione con cui dobbiamo confrontarci, ogni percorso che valutiamo e decidiamo di intraprendere. Ed è esattamente questo che è stato messo sullo schermo. Letteralmente. Alla fine dopo vari esami la Macchina fa la sua scelta definitiva. E’ una scelta con una bassa percentuale di riuscita, non da mera Macchina come ci si aspetterebbe ma più da essere umano per quanto sia possibile per un’intelligenza artificiale di quel tipo.
Una scelta che pare fatta sia per salvare il suo piano sia per preservare il suo creatore per cui la Macchina continua ad avere una sorta di venerazione, nonostante Finch le abbia insegnato a non considerare mai nessuno più importante di qualcun altro e che è un abominio vedere le persone come regine, re, fanti e pedine. Da ciò che si deduce dai flashback sembra che la Macchina abbia deciso di sacrificare la sua regina per salvare gli altri e la regina pare essere Shaw, la cui morte non è comunque provata al 100%, in quanto il presunto colpo fatale non ci viene mostrato e secondo quanto detto dalla sua interprete potrebbe essere stata lei e non la sua nemica a far fuori quest’ultima. 



Per adesso, purtroppo, Shaw è uscita di scena e il numero dei nostri diminuisce mentre la guerra tra le due Macchine, sempre più umane e complesse, prosegue senza esclusioni di colpi e con strategie sempre più intricate.
Nolan sta guidando una porche su un rettilineo ghiacciato e lo sta facendo alla grande, con mirabolanti acrobazie, ma l’incidente è sempre in agguato.
Vi lasciamo con il promo del prossimo episodio intitolato “Control-Alt-Delete”:








Recensione redatta da Simona Ingrassia e Silvia Azzaroli.
 


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Articolo di Silvia Azzaroli

1 commenti:

Unknown ha detto...

Bellissima serie che seguo dalla prima stagione in streaming e in lingua originale....Ottima la trama, i personaggi, a cui mi sono affezionata... La quarta stagione, la vedevo proprio in questo modo,,una guerra continua tra la buona macchina e la cattiva macchina...Ma non pensavo che a rimetterci fossero stati solo i buoni...Passabile la morte dello scagnozzo di Elias... Ma l'uscita di scena di Shaw, potevano davvero evitarla...A questo punto era meglio che seguiva quel ladro affascinante in Spagna...almeno spariva per i prossimo due anni(causa gravidanza gemellare) e poi trovavano il modo di farla tornare...