GAME OF THRONES - Recensione dell'episodio 7x01 "Dragonstone"



L'attesa è finita, a metà luglio l'inverno ha bussato finalmente alle nostre porte e tutti i personaggi del primo episodio della settima stagione di Game of Thrones non hanno mancato di ricordarcelo a partire dalla prima, entusiasmante, scena.

Andiamo al sodo, così com'è stato diretto il ritorno di uno show di cui sentivamo la mancanza nonostante sia stato presente e chiacchierato per tutto l'anno, da una notizia all'altra che noi di Lost in a FlashForward abbiamo cercato prontamente di riportarvi.

Le notizie non cessano di rimbalzare nella rete, ma finalmente possiamo riflettere e commentare ciò a cui abbiamo assistito nell'episodio Dragonstone, che apre la settima e penultima stagione della serie televisiva più seguita in assoluto.

Ci eravamo lasciati con la prima, succulenta vendetta servita a freddo da Arya Stark, la quale, sfruttando gli insegnamenti dell'Uomo dai mille volti Jaquen H'ghar, è riuscita a diventare nessuno e quindi chiunque, fingendosi una delle figlie di Lord Walder Frey e assassinando quest'ultimo in nome della propria famiglia, in particolare della madre e del fratello Robb, entrambi brutalmente assassinati in quel season finale di terza stagione che già in molti conoscevano come le Nozze Rosse.
Con nostro piacere, Arya non ha concluso il suo lavoro a Casa Frey. In quello che inizialmente ci coglie come un flashback, presto si rivela essere infatti la seconda fase della vendetta di Arya, la quale, fingendosi proprio Lord Frey, stermina l'intera casata con del vino avvelenato.

La sequenza di Casa Frey, insieme alla traversata dell'orda di non morti con tanto di un gigante, rappresenta uno dei pochi momenti sensazionali di questo primo episodio, volto in realtà ad un assestamento dei ruoli e delle situazioni con le quali ci eravamo salutati al termine della precedente stagione.

Un episodio che, proprio per questa caratteristica, si è mostrato degno dell'inizio di una stagione come quella che ci aspetta, decantata e annunciata come un vero e proprio scontro finale, o quasi. La cosiddetta quiete prima della tempesta, che poi tanta quiete non è stata.

Possiamo sentire il terreno tremare, mentre sentiamo Cersei e Jaime ragionare sulle prossime mosse di Casa Lannister e sulla considerevole perdita di regni alleati, che da sette si sono ridotti a tre. Nord, sud, est e ovest, da ogni direzione i Lannister hanno un nemico che, più o meno esplicitamente, rappresenta una minaccia per Approdo del Re.
Non potevamo certo non assistere a un assaggio di ciò che resta tra gli ultimi Lannister dopo la morte di Re Tommen. Cersei parla di preservare la dinastia, ma Jaime non tarda a farle notare che una dinastia non esiste più. Cersei si mostra fredda, irreversibile ma, proprio perché è uno dei personaggio meglio raccontati dell'intera serie, noi riusciamo a non farci ingannare e percepiamo con semplicità l'insicurezza e il peso delle responsabilità che trapelano dal duro sguardo della nuova regina.


Approdo del Re è inoltre protagonista della prima proposta di matrimonio di Euron Greyjoy proprio alla protettrice dei Sette/Tre Regni, primo ma non ultimo tentativo del nuovo Re delle Isole di Ferro di ascendere al Trono da tanti, se non tutti, ambito. Euron intende infatti donare una flotta a Casa Lannister in cambio di un'alleanza sancita dall'unione tra egli e Cersei, incrementando l'odio che Jaime Lannister mostra di provare sin da subito per il contendente. Mirabile il sarcasmo e il coraggio di Greyjoy e minacciosa la sua promessa di stupire la regina con un regalo volto a farle cambiare idea. Odioso al punto giusto, Euron è il contrappeso che mancava, oppure che già c'era ma la cui presenza non fa mai male.

Veniamo poi graziati con una panoramica della situazione a nord, in particolare la Barriera, dove Brann e Meera vengono accolti da Edd Tollett e dagli altri Guardiani della Notte, e Grande Inverno, dove il nobile spirito del Re del Nord Jon Snow comincia a confrontarsi con la praticità e la durezza d'animo della sorella Sansa. L'inverno non pare fermarsi al di fuori delle mura di Grande Inverno e tutto lascia pensare che per gli Stark le cose non andranno meglio come ci era stato dato sperare al termine della Battaglia dei Bastardi. In particolare, la riunione tra Sansa e la sorella Arya pare essere più lontana del previsto, ora che ci viene palesata la prossima mossa della piccola Stark: uccidere la Cersei Lannister. Arya è dunque diretta ad Approdo del re e ha appena fatto la conoscenza di alcuni soldati di pace, tra i quali non possiamo che riconoscere il personaggio assegnato a Ed Sheeran, anche perché non riconoscerlo è risultato essere impossibile. La sua presentazione, accompagnata dalle strofe di una sua nuova canzone non è stata apprezzata dai fan della serie, che hanno visto quello che i produttori volevano fosse una sorpresa per l'attrice Maisie Williams come una mossa di marketing di basso livello per una serie come Game of Thrones. Oltre a non giustificare un comportamento come quello degli utenti di Twitter, che hanno portato Sheeran a cancellarsi dal social, la scelta dello show non influenza in modo così netto l'universo narrativo e la fruizione del medesimo.


In un solo episodio c'è stato spazio per molto di ciò che volevamo sapere, tra cui la sorte di Sam dopo che era stato accolto nella Cittadella. Tanto potevamo aspettarci, ma non certo quello a cui abbiamo assistito. Chiamare gavetta ciò che è toccato al personaggio, finalmente staccatosi dall'ombra di Jon Snow, è decisamente poco. Ma la parte di episodio a lui dedicata è tutt'altro che inutile o di contorno. In primis, violando le leggi impartitogli, Sam riesce a carpire informazioni utili alla Battaglia contro gli Estranei, informazioni strettamente legate al luogo che da il nome all'episodio. In secondo luogo, assistiamo ad un inaspettato e gradito cameo di Jorah Mormont, internato nella Cittadella per guarire dal Morbo Grigio, come promesso alla sua amata regina Daenerys. L'uomo, visibilmente afflitto, domanda se la Madre dei Draghi ha già fatto il suo avvento.


Proprio a quest'ultima sono riservati i minuti finali di un episodio che prende il nome dal luogo dove ella approda insieme al fidato consigliere Tyrion Lannister e al suo popolo. Roccia del Drago è un luogo a noi familiare fin dalle origini della serie, legato in modo indissolubile alla storia di Renly e poi di Stannis Baratheon. Abbandonata da quest'ultimo in seguito alla Battaglia delle Acque Nere, Roccia del Drago è rimasta inabitata e pronta a essere ripresa in mano da un Targaryen, perché proprio ai Targaryen apparteneva e proprio tra quegli scogli, in una notte tempestosa, Daenerys veniva al mondo. Ed è da dove tutto ha avuto inizio, che si cominciano a muovere le prime pedine che ci accompagneranno verso la fine del gioco.





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Articolo di Fabio Scala

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