GAME OF THRONES - Recensione dell'episodio 7x07 "The Dragon and The Wolf" (SEASON FINALE)



La settima stagione di Game of Thrones si è conclusa da nemmeno ventiquattrore e in rete già sfrecciano le reazioni e le critiche ai sette episodi più avvincenti e discussi di tutto lo show.

Per i delusi da una mancata carneficina ci dispiace, per quanto fosse difficile aspettarsi il contrario. Oltre al fatto che Game of Thrones ci ha abituati a season finale di assestamento (eccetto quello della sesta stagione) era da prevedere che il fatidico incontro tra Daenerys Targaryen e Cersei Lannister si sarebbe limitato a gettare le basi per l'ottavo e ultimo arco narrativo di cui devono ancora cominciare le riprese.
Procediamo con ordine e andiamo a commentare gli eventi e le suggestioni di The Dragon and the Wolf.

Il titolo esclude i leoni e vista la tendenza dell'intera stagione non è difficile capire il perché. Approdo del re si trasforma per settanta minuti in "Approdo di ben tre corone". Stark, Targaryen e Lannister sono per la prima volta all'unisono l'uno di fronte all'altro, ma l'incontro funge da pretesto anche per confronti secondari e non per forza di meno interesse come quello tra i Greyjoy, i Clegane, Tyrion, Bronn Podrick, Jaime e Brienne, o ancora Tyrion e tutta la sua famiglia.

Jon e Daeny mostrano a Cersei l'Estraneo catturato in Beyond the Wall, presentazione che apparentemente sconvolge Euron Greyjoy, al punto da fargli voltare inverosimilmente le spalle alla tanto ambita regina e tornare alle Isole di Ferro, dove presumibilmente i non morti non dovrebbero raggiungerlo. Cersei è altrettanto inverosimilmente scossa dal dono portatole dai suoi nemici, da arrivare con una scoraggiante semplicità ad accettare la tregua in favore di un'alleanza contro la minaccia del nord. In cambio, la Protettrice dei Sette (o per meglio dire Quattro) Regni pretende che il Re del nord estenda la tregua anche dopo che le armate di Estranei saranno fermate. Jon non si smentisce e rifiuta l'accordo, affermando di non poter giurare fedeltà a più di una regina. A questo punto Cersei dichiara concluse le trattative e abbandona il suggestivo luogo dell'incontro.



Tyrion ma anche Daenerys non mancano di far notare a Jon Snow la sua ingenua onestà d'animo che reso vano l'intero progetto, compresa la perdita di Vyserion durante la spedizione al di là della Barriera.
Tyrion si offre allora di parlare in privato con la sorella, esponendosi non poco. Scortato da quello che rimane di Gregor “La Montagna” Clegane, Tyrion incontra faccia a faccia la regina. In un'intensa scena di confronto, fratello e sorella sciolgono alcuni nodi di rilievo e Tyrion viene a conoscenza dello stato di gravidanza di Cersei.
Tornati dunque al cospetto di Jon e Daenerys, non crediamo alle nostre orecchie quando sentiamo Cersei accettare l'accordo. Incredulità, la nostra, che come quella dovuta all'abbandono di Euron Greyjoy verrà soddisfatta solo più tardi.

Arrivati a questo punto si è trattato di una buona porzione di season finale dedicata alle trattative e alla diplomazia, un elemento che come abbiamo detto all'inizio è sempre stato caratteristico dei finali di stagione della serie e che ora come non mai necessitano del dovuto spazio e interesse.

Soddisfatto e pronto per salpare, Jon ha un ultimo confronto con Theon Greyjoy, che si conclude con la meritata presa di coscienza del secondo in risposta all'implicito perdono del primo. Theon intende salvare la sorella Yara dalle grinfie di Euron e per farlo ha bisogno dell'aiuto degli ultimi uomini rimasti al suo fianco. Uomini che sembrano tuttavia avere l'intenzione di abbandonare tutto e portarsi in salvo dal panorama che si prefigge all'orizzonte. Dopo uno scontro che, diciamolo, per certi versi poteva essere sviluppato meglio, Theon guadagna il rispetto di cui necessitava per arrivare alla resa dei conti con lo zio.

Nel mentre, un'altra resa dei conti ha finalmente luogo a Grande Inverno. Dopo l'ultimo, palese, tentativo di Petyr “Ditocorto” Baelish di mettere l'una contro l'altra le sorelle Stark, Sansa ha tutto ciò che le serve per emanare la propria sentenza e, fingendo di convocare Arya, condanna Ditocorto di fronte a tutti i Lord del nord. A Ditocorto si devono dopotutto non poche responsabilità, tra le quali quella di avere procurato il veleno che uccise Jon Arryn e da cui prese piede tutta la running plot che fa da sfondo prima ai libri e poi alla serie. Con l'esecuzione di Ditocorto per mano di Arya si conclude dunque un importante capitolo, chiusura che inaugura nel miglior modo possibile l'affacciarsi all'ottava e ultima stagione.
Sansa, Arya e Bran sono ufficialmente a casa e si riconoscono l'un l'altro per ciò che sono diventati negli anni di lontananza.



E se di lontananza si parla, non si può non citare l'evento forse più sorprendente e meno prevedibile (perché di cose prevedibili nostro malgrado ce ne sono state parecchie). Jaime Lannister sta facendo i preparativi per condurre le truppe al nord, quando Cersei gli svela il proprio doppiogioco, rimarcando la propria natura didascalicamente opposta a quella di Jon Snow. Approdo del Re non sosterrà in alcun modo la Grande Guerra contro gli Estranei. Bensì resterà a guardare Targaryen e Stark decimarsi mentre si armerà con l'aiuto di Euron Greyjoy, che in realtà non ha ma voltato le spalle all'occasione di diventare sovrano.
Jaime tuttavia non accetta di restare fermo mentre la morte potrebbe avere il sopravvento sulla vita di tutti. Cersei minaccia allora di impedirgli di abbandonarla, al costo di ucciderlo. Ma Jaime non le crede e se ne va sulle proprie gambe, con la sorella che effettivamente non trova il coraggio di uccidere l'uomo per il quale, in fondo, ricambia un incontrollato affetto. Da questo momento e contro ogni aspettativa Jaime segue le orme del fratello e diventa un traditore della corona, mentre l'inverno è ufficialmente arrivato anche al sud, nonostante la regina sembri rifiutarsi di accorgersene.

Samwell nel mentre arriva a Grande Inverno dove si riunisce a Bran. Questi gli rivela il segreto sulle origini di Jon. Sam allora ricorda miracolosamente la scoperta di Gilly che sembrava avere beatamente ignorato: Jon non è un Sand, un bastardo di Dorne. Raeghar e Lyanna si sono infatti uniti nel matrimonio, legittimando il loro amore e il loro figlio: Aegon Targaryen, unico erede all'iron throne. Alla rivelazione del season finale della sesta stagione si unisce quest'altra sorpresa, che tira le fila di alcuni indizi circa la sopravvivenza di Aegon Targaryen suggeriti nei libri di Martin.



E mentre Bran ha modo di assistere al solenne quanto intimo matrimonio tra la zia e Raeghar Targaryen, Jon/Ageon e Daenerys, diretti verso Grande Inverno, cedono ai propri sentimenti e si uniscono in modo meno solenne ma sicuramente intimo, aizzando probabilmente le ire di tutta quella parte di fandom che più o meno legittimamente ha gridato al fan service per tutta la durata della stagione.

Stagione il cui epilogo è rappresentato dalla distruzione in pompa magna della Barriera per mano del Re della Notte e del suo nuovo Drago. L'episodio si conclude infatti con l'esercito di non morti che varca il confine e il loro sovrano che li sovrasta in tutta la sua grandezza.

Questo è ciò a cui abbiamo assistito, mentre ciò che ci aspetta sembra trovare improvvisamente forma e credibilità nell'ultimo colpo grosso (e fortemente discutibile) diffuso in retee: la trama di tutta l'ottava stagione, dall'incipit al gran finale. Chi ha avuto il coraggio di dargli una letta per molti versi si augura che ci sia più fan fiction che realtà. Tuttavia, il season finale di questa settima stagione sembra gettare le basi per molte delle vicende descritte in maniera accurata in quello che potrebbe definirsi lo spoiler del secolo. Chi non vuole rovinarsi nulla è bene che non indaghi troppo a fondo nella rete. Noi di Lost In A FlashForward ci godremo in diretta episodio dopo episodio e non vi faremo alcuna anticipazione.

Abbiamo aperto questo commento definendo la settima stagione la più avvincente e la più discussa dell'intero show. Concludiamo confermando quanto detto, dando alcune delucidazioni in merito. Si tratta senza ombra di dubbio della stagione più avvincente grazie e a causa della spettacolarità di ciascun episodio, dell'impegno tecnico e tecnologico. Spettacolarità che è alla base delle discussioni che hanno tenuto acceso il dibattito per tutta l'estate, circa l'inadempienza logica e narrativa dimostrata in più di un'occasione. Elissi temporali mal digerite dai fan, incongruenze e contraddizioni interne alle storyline e alle relationship che hanno accapponato più di una pelle, ma che hanno portato non poca pubblicità al prodotto e che difficilmente hanno portato alla perdita di qualche ascolto/visualizzazione. I continui leak, compreso quello sul plot dell'ultima stagione, fanno parte di quest'ingranaggio che ha fatto sì che Game of Thrones fosse la serie più seguita, la più amata e, da quest'anno, forse la più odiata.


Il contenuto numero degli episodi di questa settima stagione ha costituito un'avventura a colpi di azione e momenti a lungo attesi che forse potevano essere sviluppati meglio, con meno fretta e più narrazione. Tenuto conto che il finale dell'intera serie è ormai alle porte, a seconda di cosa e come ci verrà narrato a seguire alcuni potranno perdonare le pecche e i peccati di tracotanza, così come altri non potranno che restare delusi da un epilogo che potrebbe non tenere testa a ciò che lo show ha rappresentato fin dai suoi albori.

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Articolo di Fabio Scala

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