DAREDEVIL: Analisi dei personaggi lungo la prima stagione

Quando recensisco qui, il punto principale dei miei commenti è l’analisi dei personaggi, perché preferisco dire cosa ne penso della puntata dal punto di vista di coloro che hanno influito su di essa.
Qui, però, c’è da analizzare un’intera serie, e quindi vedrò di essere breve ma intenso nel parlare dei personaggi. Ah, i “personaggi secondari”, quelli apparsi poche volte (come Stick, presente in un solo episodio) o che comunque non hanno influito parecchio nella trama (come Turk Barret, che è apparso in 5 episodi, ma non è stato assai influente), li analizzerò a parte, in fondo all’articolo.

MATT MURDOCK: Il primo personaggio che analizzerò sarà il protagonista. Questo perché è sicuramente la parte più difficile. Come fai a recensire un personaggio come Matt Murdock?
Quando, al liceo, studiammo le opere di Omero, la professoressa ci spiegò che gli eroi si possono dividere in due archetipi: c’è chi, come Achille, non si pone mai domande su come agire, perché lo sa già, e c’è chi, come Ulisse, lo scopre col tempo.
Infatti, ho sempre pensato che questa distinzione fosse ben visibile in tutti gli eroi, anche quelli dei fumetti (ho sempre immaginato Capitan America come un Achille, mentre Iron Man come un Ulisse).
Matt Murdock, però, è una via di mezzo tra questi due archetipi. Egli, infatti, sa sempre come deve agire (ovvero, dando la caccia alla criminalità del suo quartiere), ma è sempre tormentato sul metodo giusto di eseguire le sue azioni, al punto che se lo chiede costantemente se sta sbagliando o meno.
Per tredici episodi, osserviamo la storia di Matt, che già diventa complicata quando lui ha appena nove anni. Matt, infatti, salva la vita a un uomo, rimanendo coinvolto in un incidente dove perde la vista. Poco dopo, suo padre viene ucciso (e di sua madre non sembra esserci neanche traccia), e lui va a vivere tra le suore, finché un uomo di nome Stick non lo addestra.
Non viene mostrato cosa sia accaduto a Matt nel periodo tra l’abbandono di Stick e l’inizio del college, ma sappiamo che è solo da poco tempo che ha deciso di indossare un costume nero e picchiare i criminali.
Da allora, la sua vita è un paradosso fuori dal comune: di giorno cerca di agire secondo la legge come avvocato, mentre di notte si erge al di sopra della legge come vigilante.
Ed è proprio questo paradosso a rendere Matt Murdock un eccellente protagonista, un personaggio dalle cento sfumature da cui quasi non ti aspetti cosa stia per fare.
Io credo che un protagonista così servisse a Daredevil, perché ti fa capire che l’ambiente è così marcio che perfino il personaggio principale, quello per cui dovresti fare il tifo, non è proprio un cavaliere senza macchia. Tuttavia, per quanto Daredevil sia pieno di complessi, decide comunque di agire, anche se sa che potrebbe non bastare il suo intervento.
Tuttavia, è bene che io non perda troppo tempo nel parlare di Matt, perché, per quanto lui sia stato un ottimo protagonista, c’è tanto da dire sugli altri personaggi.

FOGGY NELSON: Ed ecco l’anello debole della serie,  Foggy Nelson. Un personaggio che, in teoria, dovrebbe essere quello simpatico e divertente, ma che non fa ridere per niente. Soprattutto perché il suo umorismo deriva spesso dal fatto che Matt è un cieco. A chi cavolo viene in mente di fare ironia sulla cecità di un uomo, anche se questi è il tuo migliore amico?
Inoltre, lui non sembra quasi per niente un membro attivo della serie, visto che, il più delle volte, sono Matt e Karen a trascinarlo in una specifica situazione. Il solo modo con cui è stato attivo in maniera diretta è stato quando ha convinto la sua ex Marci ad allearsi con loro. In parte, mi  è piaciuta la sua reazione alla scoperta che Matt è Daredevil, perché chiunque si sentirebbe tradito se scoprisse che il suo migliore amico gli ha nascosto segreti su segreti. Tuttavia, quell’episodio sembrava uscito da una commedia romantica, quando lei scopre che lui l’ha tradita, e quindi si lasciano, per poi rimettersi insieme.
Ed ho anche letto una recensione americana che la pensa esattamente come me (si chiede anche se il motivo per cui a tutti è piaciuto Foggy sia per i suoi capelli. A me non piacciono neanche quelli!). Credo che Daredevil potrebbe anche migliorare come serie, se rendessero Foggy un personaggio migliore.

KAREN PAGE: Il suo ruolo è stato simile a un burattinaio. Essenzialmente, lei ha portato le persone in specifiche situazioni, plasmando la trama a suo piacimento. Un esempio negativo? Ben Urich è stato ucciso perché lei lo ha condotto dalla madre di Wilson Fisk. Un esempio positivo? Se non fosse stata trovata accanto al cadavere di Daniel Fisher, Matt e Foggy non solo non avrebbero avuto la loro prima cliente, ma neanche una segretaria, un’alleata, un’amica e un pezzo fondamentale nella lotta contro Fisk.
Alcuni criticano il suo personaggio, dicendo che, all’apparenza, sembra troppo debole (a me sembra troppo innocente il suo aspetto). Tuttavia, viene spesso menzionato che ne ha passate tante, e che ha un misterioso passato alle spalle. Oltretutto, lei ha indagato contro la Union Allied con le sue forze, di fatto dimostrandosi molto coraggiosa.
Il motivo? Pensateci: la Union Allied (e quindi gli uomini di Fisk) già sapeva che lei voleva incastrarli. Secondo voi, se personaggi come Elena sono stati fatti fuori al minimo tentativo di alzarsi contro i nemici, quanto pericolo ha corso Karen? Gli autori hanno fatto una scelta un po’ insolita, ovvero quella di tenere in vita un personaggio che, in teoria, sembrava destinato a morire alla fine di ogni episodio.
Secondo me, però, Karen è un personaggio che non va sprecato, e, sebbene io abbia preferito Claire in questa stagione, lei potrebbe tranquillamente diventare il miglior personaggio femminile della serie.

WILSON FISK: Vi rivelerò una cosa. Io, per anni, ho pensato che il nome di Wilson Fisk fosse WILLOW! Infatti, non solo l’ho chiamato così nell’articolo in cui presento Daredevil su questo sito, ma, ogni volta che leggevo articoli, la mia mente mi faceva leggere “Willow Fisk”. Così, quando sento che, in realtà, il nome è WILSON, sono rimasto sconvolto.
Perché vi ho detto questo? Perché è utile essere introdotti in questo modo ad un personaggio che a te è così poco noto da non ricordarti neanche come si chiama. Wilson Fisk è il boss della malavita di Hell’s Kitchen, ma, in fin dei conti, è soltanto un uomo. Anzi, nelle sue prime apparizioni sembra anche timido ed impacciato di fronte a Vanessa, cosa che non ti aspetteresti da un criminale così potente da avere il controllo di media e polizia di un intero quartiere.
Inoltre, Fisk è un individuo che non riesce a controllare i suoi istinti violenti quando restano coinvolte le persone a lui care, cosa che ha sin da bambino, quando uccide il padre non appena questi picchia la madre.
Eccellente lavoro per il suo personaggio, perché è esplorato così bene che credo sia il miglior antagonista del Marvel Cinematic Universe, e c’era sinceramente bisogno di cattivi così!

BEN URICH: Sapete qual è il problema con Ben Urich? Che le cose “gli accadono”.
Lui non è che decide di aiutare Karen, ma è lei che va da lui. Non è che lui va nel luogo dell’esplosione, ma è il suo datore di lavoro che lo manda. Non è lui che scopre alcuni punti chiave della faccenda, ma è Daredevil che glieli rivela. E, infine, lui non muore neanche per colpa sua, ma perché, a causa di Karen, si è imbattuto nella madre di Fisk, cosa che questi non ha approvato.
In sostanza, trovo che Ben Urich sia stato un personaggio fondamentalmente sprecato, se non per il rapporto che ha con la moglie, malata. La cosa mi dispiace, perché Ben poteva essere non solo un personaggio chiave di Daredevil, ma dell’intero universo Marvel di Netflix.
Spero, quindi, che non sprecheranno il prossimo reporter, soprattutto perché, adesso, la Marvel ha a disposizione il Daily Bugle, e quindi un ottimo collegamento con l’universo dell’Uomo Ragno.

CLAIRE TEMPLE: Escludendo Vincent D’Onofrio, l’unica altra attrice che conoscevo prima di Daredevil era Rosario Dawson (vi consiglio decisamente “Sette Anime”), e so anche che il suo personaggio era stato presentato con un alone di mistero.
Questo perché hanno preso dai fumetti Claire Temple, che è stata un’ex di Luke Cage, e le hanno dato l’alias di un altro personaggio, l’Infermiera di Notte. Claire, infatti, medica Matt ogni volta che lui è pestato, fungendo da prima alleata di Daredevil.
Claire, infatti, crede in ciò che “l’uomo dalla maschera nera” fa, ma teme per la sua incolumità, al punto che si chiede quanto potrà durare ancora Matt, che lei stessa paragona a un martire, proprio perché teme che farà la stessa fine. Il suo personaggio è eccellente, e credo che sia il migliore tra i personaggi femminili.
Va detto, però, che questo è solo un gusto personale, dovuto a che ho apprezzato che lei abbia deciso di entrare nella vita di Daredevil di sua spontanea volontà, e non per colpa di altri.

JAMES WESLEY: Wesley è un braccio destro assai leale, al punto che non lo vediamo mai distaccarsi da tale ruolo. Per tutte le sue scene, il suo solo scopo è stato quello di assicurarsi che il signor Fisk stesse bene, standogli sempre accanto, allontanandosi solo quando lo stesso Fisk glielo imponeva.
Inoltre, ci sono momenti, soprattutto nei primi episodi, in cui sembra che sia lui il vero nemico principale, perché, a un uomo timido, violento e ansioso come Fisk, si contrappone un uomo freddo, sicuro di sé e assai convincente come Wesley.
Forse, l’unica pecca è stata il modo con cui è uscito di scena, quando ha dato per scontato che Karen non lo avrebbe ucciso mettendo la sua pistola su quel tavolo. Secondo me, sembrava quasi che gli autori non avessero idea di come eliminarlo, facendogli fare una cosa un po’ fuori dal personaggio.
Tuttavia, credo che sia stato lui il migliore tra gli uomini di Fisk, anche se non il più malvagio, che è il prossimo.

LELAND OWLSLEY: Credo che Leland sia stato il più malvagio di tutti. I russi volevano farsi un nome, Nobu e Madame Gao erano lì per un ideale, Wesley era un semplice e fido braccio destro e perfino Wilson Fisk, il nemico più importante, aveva un lato così umano da farti quasi dimenticare che è l’antagonista. Leland, invece, ha agito pensando solo e soltanto ai suoi interessi, arrivando ad avvelenare un mucchio di gente pur di far fuori Vanessa e far sì che Fisk ritorni a fare ciò che deve, visto che ci perdeva troppo.
Leland, poi, è l’unico criminale che non è stato ucciso dai buoni: vi rendete conto quanto deve essere cattivo uno per essere eliminato dall’antagonista della serie, e non dal protagonista?
E si, lo so che ci sarebbero anche i russi, ma Daredevil li ha comunque affrontati e pestati più volte. Il mio giudizio sul suo personaggio è positivo, anche perché la sua avidità ha poi incastrato Fisk e gli altri criminali. In pratica, per pensare a sé stesso, ha rovinato l’intera criminalità di Hell’s Kitchen.

VANESSA MARIANNA: Vanessa è un personaggio che ha avuto come scopo principale quello di dividere i cattivi e indebolire Fisk. Nessuno, infatti, approva che Fisk si sia innamorato di lei, e che quindi si distolga dagli affari, cosa che spinge Leland e Madame Gao a tentare di eliminarla. Per il resto, il suo personaggio da solo non mi racconta parecchio, proprio perché è un “plot device” (come posso tradurlo in italiano?). Per questo, direi di passare subito ai russi.

I RUSSI: Vladimir e Anatoly Ranskahov sembrano essere i soli nemici principali di Daredevil che sono esattamente come appaiono, ovvero dei criminali russi. Non sembra, infatti, esserci alcun segreto dietro di loro, se non come hanno fatto a passare dalle stelle alle stalle (a Mosca) e nuovamente alle stelle (a Hell’s Kitchen).
I due appaiono costantemente in scena insieme, almeno fino alla morte di Anatoly, che è ciò che spinge Vladimir a volersi vendicare. Vladimir, però, è a sua volta attaccato, ma Daredevil lo salva, e lui ricambia il favore sacrificandosi per farlo scappare. Entrambi hanno mostrato fedeltà e coerenza nella loro causa, cosa che, però, li ha portati alla morte. Direi, quindi, che sono stati personaggi interessanti, anche se non lo sono stati quanto i prossimi due.
MADAME GAO: Nel giorno che ho dedicato al binge-watching di Daredevil, ho tecnicamente potuto “studiare” cinese grazie a Madame Gao (non me l’aspettavo che parlasse mandarino, sapete? Avevo letto che i cinesi in America tendono ad essere di madrelingua cantonese).
Il suo personaggio può sembrare una comune criminale, la quale ha il suo giro di eroina, fatta fabbricare da ragazzi ciechi, affinché non vedano cosa stanno facendo. Tuttavia, Madame Gao ci ricorda che questo è l’universo Marvel, e che, quindi, lei non è affatto un membro della triade cinese.
I ragazzi ciechi (che si sono accecati da soli perché “credono in un ideale”) producono eroina inserendo nelle dosi il logo di un nemico di Pugno d’Acciaio (personaggio che vedremo prossimamente su Netflix), mentre la stessa Madame Gao (che conosce “tutte le lingue”) esce di scena svelando di provenire da un posto che è “più lontano della Cina”.
Scommetto che la sua sottotrama è servita per presentare un collegamento diretto tra Daredevil e Iron Fist, visto che le serie Netflix sono state progettate insieme, prima di essere prodotte. Molto affascinante.

NOBU: Come Madame Gao, anche Nobu serve per ricordarti che siamo nell’universo Marvel, e non in quello vero. Inizialmente, Nobu sembra un membro della yakuza, e quindi credi che Matt stia combattendo contro la mafia giapponese.
Poi, però, nella sua ultima apparizione, affronta Daredevil indossando un costume da ninja rosso, il che lascia intuire che Nobu, in realtà, fa parte della Mano, un’organizzazione di assassini che, nell’universo Marvel, esiste da secoli, e della quale ha fatto parte il personaggio di Elektra, che vedremo nella seconda stagione. Inoltre, la sua organizzazione suscita decisamente molto mistero se si pensa al “Black Sky”.
Per quale motivo un bambino è considerato una potente arma di distruzione di massa? E perché Nobu menziona che ce ne sono altri? Cosa stavano veramente facendo i giapponesi a Hell’s Kitchen? Beh, Elektra potrà darci una risposta.

ELENA: In una serie come Daredevil, quasi non te l’aspetti che una dolce vecchina sia un personaggio abbastanza importante. Elena, però, rappresenta gli abitanti di Hell’s Kitchen, i quali non possono praticamente neanche vivere nelle loro case in pace, senza che qualche criminale voglia impossessarsi del loro appartamento.
Foggy e Karen legano subito con lei, facendo in modo di aiutarla personalmente. Inoltre, nella sua ultima apparizione, sembra quasi che lei stia per diventare un’alleata molto attiva della Nelson & Murdock … per poi essere uccisa.
Io pensavo che la sua morte fosse un chiaro messaggio che non esiste la giustizia a Hell’s Kitchen, e che, quindi, se un criminale vuole il territorio del tuo appartamento, ma tu non vuoi concederglielo, allora è meglio se inizi a preparare il tuo funerale. Scommetto, però, che Matt, Foggy e Karen non la dimenticheranno mai, e anzi, faranno in modo che il suo sacrificio non sia stato vano.

PERSONAGGI SECONDARI: Nei primi due episodi, osserviamo il rapporto tra Matt Murdock e suo padre Jack, il quale ha cercato di far capire a suo figlio che qualsiasi cosa è giusta, se lo fai per il bene di qualcuno. Jack, infatti, continuava a perdere di proposito incontri, al fine di incassare soldi e assicurare un futuro a suo figlio. Un giorno, però, capisce che non ne può più, e che vorrebbe che Matt senta almeno una volta il nome di suo padre gridato dalla folla. Così, decide di sconfiggere Carl Creel, dopo aver scommesso un mucchio di denaro sulla sua vittoria, e si sente realizzato, consapevole del fatto che i suoi strozzini lo troveranno e lo uccideranno.

Un’altra figura fondamentale nel passato di Matt è Stick, un mentore così freddo e distaccato che sembra odiare il fatto che Matt provi una qualsivoglia emozione. Stick voleva trasformare Matt in un soldato, ma, quando ha visto che lui voleva semplicemente una figura paterna nella sua vita, lo ha abbandonato, per ritornare vent’anni dopo, e ricordargli che non è ancora pronto. La sua ultima scena, poi, lo mostra al cospetto di un misterioso individuo che, spero, vedremo nella seconda stagione.

Gli altri personaggi dalla parte dei buoni servono comunque al loro intento. Nel corso della serie, osserviamo che Matt e Foggy hanno un amico poliziotto, e questi sarà colui che li aiuterà a smascherare Wilson Fisk. Inoltre, abbiamo Marci, l’ex di Foggy, che però decide comunque di collaborare, per lo più off-screen.

Menzione d’onore va fatta per il parroco a cui Matt si rivolge quando sente che la sua anima sta vacillando. Le sue scene sono poche, e, soprattutto, servono per uno scopo: far vedere come Matt si affidi alla sua fede nel tenersi insieme. Nelle loro scene insieme, Matt si chiede perché Dio abbia messo il diavolo in lui, sentendo sempre il bisogno di confessarsi, perché la sua vita è un peccato continuo, e il prete lo sa. E poi, mi è piaciuta un sacco la conversazione che hanno mentre bevono il latte macchiato.

Per i cattivi, io ne menzionerei due, ovvero Melvin Potter e Turk Barret. Il primo sembra voler essere un’anticipazione della seconda stagione, perché vediamo che ha, nel suo antro, le armi e il logo che utilizza nei fumetti, dove si fa chiamare Gladiatore. Inoltre, c’è il mistero di “Betsy” che vorrei conoscere. Barret, invece, sembra servire semplicemente per essere pestato da Matt, dato che, a parte quando, nel terzo episodio, dà la pistola all’uomo che sarà poi difeso da Nelson & Murdock, il suo scopo è quello di imbattersi in Daredevil e prenderle, cosa che fa fin dal pilota.

Per il resto, è pieno di personaggi secondari importanti, come la moglie di Ben Urich e i genitori di Wilson Fisk, ma ne ho già parlato nella sezione dedicata agli stessi Urich e Fisk, per cui preferirei concludere qui l’analisi dei personaggi, e passare alla conclusione di questa recensione.

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Articolo di Fabiano Colucci

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