DAREDEVIL - Analisi della prima stagione

L’asso nella manica di Daredevil è sicuramente quello di non darti assolutamente l’impressione che si trovi nel Marvel Cinematic Universe, se non per qualche menzione. La cosa, infatti, rende Daredevil una storia che non va oltre i confini di Hell’s Kitchen.
Io ammetto di non aver pensato minimamente a che, mentre Daredevil combatte contro i russi o i cinesi, Tony Stark fa battute picchiando dei mostri o, da qualche parte nello spazio, Star Lord guida i suoi Guardiani della Galassia ascoltando musica anni ’80.
Daredevil è la storia di Hell’s Kitchen, e solo e soltanto Hell’s Kitchen. Inoltre, la stagione è ben scorrevole, nonché piena di parallelismi.


Prendete, ad esempio, la scena finale del pilota, che mostra i nemici che Matt affronterà per tutta la stagione: noterete che essi vengono mostrati in ordine opposto rispetto a come Daredevil li affronta.
Un altro esempio di come questa serie sia a parte rispetto all’MCU può essere dato dall’assenza di una tradizione della Marvel: la scena dopo i titoli di coda.

Io ho aspettato per tutti e 13 gli episodi una scena dopo i titoli, pensando che, magari, l’avrebbero conservata per il finale, vista la natura da binge-watching della serie. Invece, niente. Per ironia della sorte, il primo film Marvel ad avere avuto una scena dopo i titoli di coda fu proprio il film di Daredevil del 2003, per cui qualcuno potrebbe pensare che, tecnicamente, questa serie era esonerata.

“E il cammeo di Stan Lee?”. Ragazzi, io trovo la sua apparizione geniale e triste. Geniale perché si tratta di una semplice foto di lui poliziotto sullo sfondo di una scena alla centrale di polizia. Triste perché, beh, Stan Lee ormai ha 93 anni, quindi credo che, tra un po’ di tempo, potremmo avere dei suoi cammei solo tramite immagini, come ha già fatto Daredevil …

Dai, cambiamo argomento, e parliamo del binge-watching. Io ammetto che ho iniziato la serie in modo lentissimo: pensate che, fino al 28 Luglio, avevo visto solo due episodi e mezzo. Poi, però, mi sono detto una cosa: Daredevil è stata pensata per il binge-watching, quindi perché non me lo recupero tutto in un fiato?
Così, ho passato le successive 24 ore a sciropparmi i restanti episodi. E mi sa di aver fatto bene, perché Daredevil sfrutta appieno il binge-watching.

Un esempio? La maggior parte degli episodi inizia subito dopo la fine di quello precedente, come se fossero passati pochi istanti, ovvero il tempo di premere play e guardare un’altra puntata.
Qui dovrei parlarvi del comparto tecnico, ma io non sono proprio un esperto, per cui vi dico solo che ho apprezzato tantissimo le scelte stilistiche di alcune scene, in particolar modo il piano sequenza che conclude il secondo episodio.

La musica, poi, ti accompagna per tutto il tempo, dando l’atmosfera giusta. Per me, la colonna sonora è una parte importantissima quando si tratta di film e telefilm. Vi faccio un esempio con Jurassic Park: non trovate che la scena dei protagonisti che incontrano il brachiosauro potrebbe perdere la sua magia, se la musica in sottofondo non fosse il tema creato da John Williams?

I dialoghi, invece, sono molto “reali”, soprattutto quando Matt va a confessarsi. Il suo tono di voce è un continuo “padre, ho peccato”, mentre il parroco è fiducioso nel vedere del bene dentro di lui.
Direi, quindi, che Daredevil non ha difetti, giusto?

Ehm, no. 
Qualcuno ce l’ha.

Avete notato che, nelle mie sintesi degli episodi, spesso mi ritrovo a menzionare cosa stanno facendo Karen e Foggy, per poi passare oltre? Questo perché non ho apprezzato molto i due personaggi.

Anzi, Karen si salva in parte, perché comunque è tramite lei che scopriamo come la criminalità metta a tacere le persone (pensate alla moglie dell’uomo trovato morto accanto a lei nel pilota). Tuttavia, c’era qualcosa in lei che non quadrava. Forse il suo aspetto troppo innocente?
Non so, ma io non riuscivo a immaginare una come lei con un passato oscuro che hanno menzionato più e più volte. Inoltre, ha troppo l’aspetto da brava ragazza per il tono della serie.

Dunque, diciamo che il “problema” di Karen sta nel fatto che sembra troppo delicata e innocente. E Foggy?

Oh, Foggy. A me non è affatto piaciuto il suo personaggio! Tralasciando il suo tipo di umorismo, spesso ridondante (lo abbiamo capito che giochi sul fatto che Matt sembra essere diverso di fronte a una bella donna, non ripeterlo sempre!), ci sono stati troppi aspetti del suo personaggio che non mi sono stati chiari.
Per esempio, il suo rapporto con Karen sembrava far intuire che loro due stavano per mettersi insieme. Poi, però, introducono Marci, la sua ex, e Foggy non solo ci va a letto, ma rivela nel finale che i due si stanno frequentando di nuovo.

Va detto, però, che io ho una naturale tendenza nel non riuscire a sopportare l’amico dell’eroe, quello che, in teoria, dovrebbe smorzare la tensione. Prendete Arrow e The Flash: ogni volta che Felicity e Cisco cercano di farmi ridere, io mi arrabbio.

Io, dunque, non so se il mio non essere riuscito a farmi piacere fino in fondo Karen e Foggy sia dovuto ai loro personaggi o al semplice fatto che è proprio il loro tipo di personaggio che non mi piace.
Ci sarebbe, poi, un punto che io trovo “neutro”, e cioè tutta la storia di Ben Urich, ma ne parlerò quando analizzerò i personaggi (sto scrivendo prima questa parte, anche se pubblicherò le due analisi in ordine invertito).

Detto questo, sono felice che voi siate stati con me lungo quello che, credo, sia complessivamente il mio articolo più lungo scritto su LIAFF (sono alla fine della ventesima pagina, e non ho ancora iniziato ad analizzare i personaggi!). Una serie come Daredevil meritava un’analisi del genere, perché c’è davvero tutto quello che chiedo quando si parla di supereroi (sarò noioso, ma io sono uno di quelli che adora quando i cinecomics diventano seri e tristi).

Io non so dirvi cosa accadrà in futuro, ma spero che voi abbiate gradito questa lunga recensione. Scusate se l’ho divisa in così tante parti, ma credevo che sarebbe stata una cosa sfiziosa emulare il binge-watching della serie dividendo l’articolo in “episodi”.

Ora, però, è meglio se concludo qui il mio articolo, o veramente non smetto di parlare. Ne approfitto, però, per ricordarvi che Netflix sta per arrivare in Italia, e, con esso, Daredevil e le altre serie Marvel.

Ciao, e grazie per la lettura!

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Articolo di Fabiano Colucci

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