VICTORIA - "My Heart's In The Highlands" Recensione dell'episodio 2x07 "The King Over The Water"


Le note della musica Irlandese lasciano il posto al suono delle cornamuse tra le lande selvagge della Scozia. Una terra magica, che entra nel cuore di tutti i protagonisti  in un modo o nell’altro.
Dopo un episodio che ci ha dato uno scorcio su una immensa tragedia storica che esula dai confini di Buckingham Palace e dalle azioni dei personaggi nel suo tremendo realismo. La Scozia lascia spazio alle emozioni e ai sentimenti dei protagonisti, tra le sue nebbie e le notti di mezza estate, sono tutti alla ricerca della libertà di poter essere se stessi e poter lasciarsi ancora alle spalle le etichette e la quotidianità, a volte troppo soffocante.

Il cuore dei protagonisti e anche il nostro viene catturato dalle Highlands nella loro natura sconfinata e selvaggia, molto diversa dai lussi e dai vezzi dei giardini francesi, ammaliati da un folklore evocativo, fatto di kilt e cornamuse e balli sfrenati.
Un episodio che è un piccolo gesto d’amore verso questa terra, forse a piccola citazione del romanzo tanto amato da Vittoria, Waverley  di Sir Walter Scott. Un romanzo storico, anzi il capostipite dei romanzi storici, l’opera di Scott è una vera e propria esaltazione della tradizione e del folklore scozzese. Kilt, tartan e cornamuse restano i protagonisti indiscussi, nello scenario della battaglia di Culloden e in quello delle rivolte per il reinsediamento degli Stuart, viene scoperta la cultura scozzese, sia dall’inglese protagonista che dal lettore.
Waverley subisce addirittura una sorta di iniziazione scozzese quando indossa gli abiti del clan con cui si era alleato per la battaglia.
Un iniziazione,  che in un certo senso subiscono anche i nostri protagonisti e in particolar modo Albert e Vittoria quando vivono la vera Scozia, lontani da guardie e declamatori noiosi, in un momento di tranquilla pace insieme ai due contadini scozzesi che li ospitano gentilmente nel momento del bisogno. Lontano dai loro ruoli, essendo semplicemente se stessi si beano entrambi, di una normalità lontana da loro, godendosi una cena spartana e il bicchierino della staffa imparando un usanza scozzese.


VICTORIA - "An Gorta Mór" Recensione dell'episodio 2x06 "Faith, Hope And Charity"

Le musiche in sottofondo sono bellissime, in particolare spicca My Heart's In The Highlands un poema in note di Robert Burns.

“My heart's in the Highlands, my heart is not here;
My heart's in the Highlands a-chasing the deer;
A-chasing the wild-deer, and following the roe,
My heart's in the Highlands wherever I go”

Una vecchia canzone scozzese rimaneggiata e riscritta interamente da Burns che l’ha resa celebre. Molte delle antiche canzoni scozzesi rischiavano di andare perse, dato che dopo la rivolta giacobita era proibito cantarle. Robert Burns durante i suoi viaggi però, riuscì a riscoprire vecchi frammenti di queste canzoni, ispirandosi da questi e creando nuovi poemi che ridette vita alle vecchie ballate.

“Farewell to the Highlands, farewell to the North,
The birth-place of Valour, the country of Worth;
Wherever I wander, wherever I rove,
The hills of the Highlands for ever I love”.

“Farewell to the mountains, high-cover’d with snow,
Farewell to the straths and green vallies below;
Farewell to the forests and wild-hanging woods,
Farewell to the torrents and loud-pouring floods”.

Un altro canto d’amore per le terre scozzesi, in cui il protagonista del poema riguarda con nostalgia alla scozia che ha lasciato, descrivendo il paesaggio tanto amato visto dall’alto, con le sue montagne innevate, le colline e le valli e infine i torrenti e le cascate, corsi d’acqua che forse simboleggiano le lacrime di chi sta partendo e lasciando le Highlands


Jenna Coleman ci regala un’altra interpretazione coinvolgente che ci fa sentire il sapore della libertà e della vita lontana dalla corte e dalle etichette. Perché per quanto ami essere Regina è pur sempre umana e gli attentati  con il conseguente aumento della sicurezza,  creano un atmosfera pesante a palazzo. Non può nemmeno più passeggiare sola, senza la scorta che le marcia intorno, e Vittoria allora si ritrova a sognare di una terra che popolava le sue fantasie da bambina, la Scozia, conosciuta solo tramite i libri, in particolare quello di Walter Scott, che le faceva fantasticare di essere una giacobita, una ribelle scozzese al servizio di Bonnie Prince Charlie. Una visione ingenua e infantile, ma piena dello stesso fascino che la spinge a visitare di persona la terra che per lei da bambina era simbolo di libertà.
Nonostante l’abbiamo vista da Regina inesperta, imparare dai consigli di Lord M, e diventare una monarca più matura, in un apice che abbiamo visto nello scorso episodio, Vittoria neanche molto in fondo, è ancora quella bambina che sognava e desiderava essere libera. Un indipendenza  conquistata con l’ascesa al trono, il suo lavoro, anche durante le prime gravidanze è per lei sempre stato il simbolo e la manifestazione di quella autonomia raggiunta faticosamente dopo gli anni a Kensington. Ma ora proprio il suo ruolo si rivela essere ciò che la imprigiona, e nel momento in cui le viene tolta, torna disperatamente alla ricerca di quella libertà, rivolgendosi ai suoi sogni di bambina.



Rivediamo il suo entusiasmo contagioso che l’aveva caratterizzata anche nel viaggio in Francia, ma l’estrema sicurezza organizzata dal Duca di Atholl, le ripropongono una situazione da cui stava cercando di scappare, negandole inizialmente la vera Scozia e la libertà. Forse per la prima volta, fa capolino in Vittoria, un desiderio di semplicità e sicuramente per la prima volta, il suo ruolo di Regina le calza terribilmente stretto.
Vediamo questo suo desiderio in quegli sguardi verso le ragazze al fiume, semplici contadine o paesane ma che riescono a godere del piacere della selvaggia natura scozzese come vorrebbe fare lei.
Un desiderio che si concretizza quando lei e Albert fanno ritorno a cavallo perdendosi nelle Highlands, tra la nebbia che cala e il vento, in una situazione che richiama lo stile romantico e gotico tanto ricercato da Vittoria.


Lei e Albert si ritrovano soli, senza i consueti servitori e appoggi, trovano rifugio in una piccola casa scozzese, povera, ma accogliente, dove scoprono di riuscire a godere di una quotidianità semplice insieme ai loro gentili ospiti, due contadini che senza sapere chi fossero realmente condividono con loro le trote pescate e cedono loro l’unico letto. L’iniziale apparente disagio di Albert e Vittoria, li abbandona subito, grazie alla cordialità della coppia, e si dimostrano a loro agio nell’anonimato e a ravvivare il fuoco o a divertirsi nell’imparare a rammendare una calza. Gesti lontani dalle serate a palazzo e dal Duca di Atholl, ma infinitamente più apprezzati.
Albert e Vittoria riescono quindi a coronare in modo alquanto atipico il loro desiderio di staccare dai loro compiti di coppia reale.


Vittoria e Albert non sono mai stati così carini insieme, forse durante il corteggiamento, ma in questo episodio sono stati decisamente adorabili come coppia, complice le nebbie e le lande scozzesi, erano belli persino quando vagavano nel freddo. 



Il ricordo della loro avventura in Scozia, e di quella vita priva di doveri regali, li insegue anche una volta tornati a casa, dove dopo aver svolto con la consueta dedizione i consueti compiti di monarca, Vittoria conserva ancora quell'illusione vissuta nella piccola capanna Scozzese. Scena molto bella, quella che indugia sulla svestizione di Vittoria, che si libera dolcemente degli abiti regali, intenzionata a vivere il sogno di essere una donna normale ancora per un po'.
Bellissimo poi il dialogo alla vigilia della sua partenza tra Vittoria e il Duca di Atholl. Una lezione importante, data da un uomo onesto e  che dona a Vittoria una stima incondizionata, ricordandole di dover adempiere a un ruolo che va oltre i simboli e le inclinazioni personali, donandole una nuova consapevolezza sulla monarchia. 
Un personaggio molto divertente e saggio quello del Duca, che mi ha fatto ridere per la sua iperprotettività nei confronti della coppia reale, facendo seguire Vittoria dalle guardie persino nella tenuta.
Albert è sempre coinvolto nel progresso, ormai sorpassati i dubbi dati dalle rivelazioni di Leopold, torna a essere quel fantastico nerd ottocentesco che tanto ci piace, tra il suo amore per i treni, la matematica e l’igiene coi “troni per tutti”, progetta un ombrello antiproiettile per la moglie. Un prototipo che sembra antenato dei Kingsman, niente niente ci stanno rivelando l’origine dei famosi gadget delle spie gentiluomo?



Albert dà il meglio di se davanti alle invenzioni, diventando un po’ lui stesso Archimede Pitagorico per l’occasione, proprio per questo nello scorso episodio ho apprezzato il suo concentrarsi sul migliorare le condizioni igieniche, e non ho trovato grave il suo iniziale disinteresse per la situazione Irlandese, proprio perché è parte del suo carattere concentrarsi e farsi affascinare da cose più pratiche e vicine. Faccende che d’altra parte non sono nell’interesse di Vittoria, giustamente coinvolta, come Regina, dalla situazione del suo popolo. Una complementarietà che fa funzionare la coppia e che li rende complici e uniti.


La Scozia è stata anche apprezzata dalla corte e dai Downstairs che in barba alla nobiltà, organizzava feste divertenti a base di danze e Whiskey. Insomma i downstairs scozzesi sanno come godersi le serate all’aperto. Tanto che anche Miss Skerrett si lascia travolgere dai balli e da un bello scozzese. Non completamente però, perché il suo cuore è ancora per Francatelli, anche se il loro rapporto è abbastanza indefinito, il rancore dello chef sembra superato e i due hanno ritrovato una buona amicizia che forse potrebbe tornare a essere qualcosa di più, anche se ancora non sappiamo chi sia la fantomatica benefattrice, Francatelli si conferma sempre essere un ottima persona, nello scorso episodio è stato un esempio di bontà e carità disinteressata, perciò spero che lui e Skerrett trovino il modo di essere felici, possibilmente insieme.


Era nell’aria, lo stavamo aspettando e non è nemmeno una sorpresa perché la Goodwin aveva postato lo spoiler sul suo twitter (noi non lo abbiamo riportato per non rovinare la visione dell’episodio)  ma finalmente Drummond e Lord Alfred tra sguardi complici e pacche sulle spalle ci hanno fatto penare, ma finalmente si sono scambiati un bacio, complice il fascino delle Highlands e le notti di mezza estate, e vederli spensierati e coinvolti nel ballare un Reel, senza ansia e senza pensare a cosa li aspetta a Londra è stato bellissimo e anche noi abbiamo sorriso al vederli esattamente come Miss Coke.



Il matrimonio di Drummond però è sempre più imminente ed è un vero ostacolo, la ragazza che deve sposare è per altro amica o comunque conoscente di Whilielmina, che li ha visti baciare. Pensavo ne fosse sconvolta, e che ne avrebbe certamente parlato all’amica, ma prima di lasciare la Scozia si rivolge a loro come se nulla fosse accaduto e pare serena. Questo mi fa sperare che abbia compreso e quanto meno non faccia girare in giro la voce, anche perché mi è sempre parsa una persona dolce e non ce la vedo a spargere un pettegolezzo simile. Potrebbe senza volerlo ricoprire il ruolo di detentrice dei segreti della corte, così come faceva Emma. Spero di non sbagliarmi anche se con Drummond e Alfred, il dramah (con la pronuncia all’inglese) è dietro l’angolo.



Ernest e Harriet sono di nuovo rientrati l’uno nella quotidianità dell’altro, ma la malattia di Ernest e soprattutto la morte del marito i Harriet sono un muro tra di loro. Harriet porta ancora il lutto e il suo amore di Ernest si trasforma in senso di colpa, sentendosi responsabile della sorte del marito e dell'infelicità del suo matrimonia. I sentimenti che prova per lui si sono trasformati in astio e riceve malamente le sue gentilezze, proprio perché lo ama ancora e non vuole più lasciarsi andare, cercando di portare al marito la fedeltà che ritiene non gli ha portato in vita. Ernest però riesce a scalfire l'armatura di Harriet con le sue gentilezze, dimostrando di volerle essere soltanto un supporto, e Harriet intreccia la sua mano alla sua prima di lasciare la Scozia.

Non possiamo non nominare però Diana Rigg, la sua Duchessa di Baccleuch, raggiunge i picchi di Lady Violet in Downton Abbey, la adoro e vorrei un collage con tutte le sue citazioni.



Manca solo un episodio e non ci resterà che aspettare fino a natale poi per rivedere Victoria, e io non sono affatto pronta a lasciare questo drama che pur con dei difetti riesce a fare sempre centro con i personaggi, mantenendo sempre un livello piuttosto alto. E soprattutto è difficile pensare di essere quasi alla fine dopo un episodio che ci ha portato in Scozia, per me a queste condizioni possono riportarcimi quando vogliono. In questa stagione, la serie ha dimostrato di sapersi rinnovare e cambiare registro e scenari, con una varietà di stili e ambientazioni che contribuiscono all'evoluzione dei personaggi, senza snaturarli, anzi gli stessi scenari diventano protagonisti della storia, proprio perchè segnano momenti importanti e unici nella vita dei personaggi, creando un quadro tridimensionale.



Fonte: robertburns.plus.com

Come sempre, un saluto alle nostra affiliate:


Collabora con noi!
Stiamo cercando autori per news e recensioni di Arrow, The Flash, Legends of Tomorrow, Supergirl, The Gifted, American Horror Story, Agents of S.H.I.E.L.D., Inhumans, Jessica Jones, The Punisher, Iron Fist, Daredevil, The Defenders, Homeland, Empire, House of CardsThe Deuce,Luther, This Is Us.

Inoltre newsers per The Originals, The Handmaid’s Tale e Narcos.
È richiesta un'ottima conoscenza della lingua italiana e una buona conoscenza della lingua inglese.
SCRIVETECI! contatti@lostinaflashforward.it


Non perdere neanche una notizia! Seguici sulla pagina Facebook o sul nostro Gruppo o su Twitter.
 
Condividi su Google Plus

Articolo di Cristina F.

0 commenti: